Di recente il concetto di Gamification sta generando molto interesse. Non solo tra marketers ma anche tra psicologi, sociologi e chiunque abbia interesse nel capire quanto alcune dinamiche abbiano la capacità di influenzare il comportamento delle persone. Il termine stesso è emerso come un modo di categorizzare un trend crescente (soprattutto digitale) di iniziative di marketing che traggono ispirazione direttamente dal mondo dei giochi.
In sostanza, si tratta di applicare meccaniche di gioco tradizionali come i punti, le classifiche e i badge ad attività di per sé poco stimolanti. Alcune delle più recenti iniziative digitali di gamification utilizzano punti e badge per accompagnare l’utente attraverso un processo di educazione o fargli trascorrere più tempo con il brand.
Di brand che hanno saputo sfruttare questo trend per generare awareness e in molti casi un bel po’ di engagement ce ne sono molti:
– Nike Plus e Adidas MiCoach motivano i corridori a utilizzare le proprie applicazioni permettendo di pubblicare performance, tracciare miglioramenti e confrontarli con i propri amici.
– Due anni fa gestivo per Adidas una campagna dedicata alle nuove canotte NBA rev 30 e, notando molta diffidenza da parte dei frequentatori dei forum nei quali presentavamo in anteprima le maglie, decisi di spostare tutto offline sfidando i ragazzi dei vari forum a dimostrare le loro skill sul campo. Così diversi Forum si sono sfidati nei campetti delle rispettive città e noi abbiamo regalato agli MVP 30 canotte NBA in edizione limitata. Fu un gran successo e da allora la partecipazione sui thread riguardanti i prodotti Adidas aumentò notevolmente.
– Foursquare e Gowalla hanno trovato il modo per motivare i propri utenti a fare check-in ovunque andassero premiandoli con dei Badge e poi mettendoli in competizione tra loro per la Mayorship.
– Volkswagen ha dimostrato con il progetto crowdsourced “The Fun Theory” quanto attività normalmente noiose possano con i giusti elementi coinvolgere ed appassionare.
– Con Ford ho avuto di recente la possibilità di lavorare su un progetto che ha trasformato l’atto del parcheggiare, attività di per sé stressante, in un gioco a punti tanto divertente da diventare un video virale.
In sostanza, tutto può funzionare. Se lo trasformi in un gioco e vi aggiungi un pizzico di competizione, allora le persone sono più inclini a prendersi del tempo per farlo.
Non stupisce che molti Brand stiano investendo in questa direzione. Se puoi interagire e consolidare il rapporto con i tuoi consumatori attirando molto più della loro semplice attenzione, allora hai trovato modo per coinvolgerli e legarli a te anche sul fronte emotivo. I giochi da questo punto di vista sono una ovvia fonte di ispirazione perché, progettati per stimolare il nostro bisogno di realizzazione e sfidarci, creano dipendenza.
- I giochi ci motivano fornendoci dei reward costanti.
- Avviano una competizione, con noi stessi o contro altri, alla quale è difficile resistere.
- Una volta investito del tempo non è semplice abbandonare.
- Molti giochi , come il famoso Farmville, sono disegnati appositamente per richiedere un investimento di tempo sempre maggiore ed essere praticamente infiniti.
Investire 10€ per prodotti da fattoria virtuali potrebbe sembrare un’assurdità, ma avete mai provato a dedicare 30 ore della vostra vita per costruire una fattoria e rischiare di perderla? Chi ha giocato a World Of Warcraft sa di cosa parlo 😉
L’incremento dei Social Games, il cui target sono sia uomini che donne intonro ai 39 anni, ha sorpreso anche me. Secondo una recente indagine Nielsen, il 10% di tutto il tempo speso online è oggi destinato ai giochi (tempo che supera l’utilizzo della posta elettronica), si tratta di gran lunga dell’abitudine in più rapida espansione online. Il giocatore Facebook spende in media 45 minuti al giorno sui Social Games e non sorpeende come una delle forme di advertising in maggiore espansione sia proprio l’ In Game Advertising (In sostanza: vuoi la carota? Guarda questo video!). Qualsiasi Brand che miri a coinvolgere i propri consumatori o Fan su Facebook dovrebbe iniziare a riflettere su una strategia in grado di generare una simile devozione perché potrebbe rappresentare un’astuta alternativa agli Ads Facebook per generare un traffico costante verso la propria Fanpage.
[Coming next]
Lo strano mondo dei concorsi Facebook
Attivare un concorso su Facebook per acquisire Fan è utile? Quali sono i vincoli normativi e gli esempi di maggiore successo?
2 replies on “Gamification nell’era dei social media: Ciao Facebook, voglio fare un gioco con te!”
Molto interessante quest post, ho notato anche io che molti brand stanno andando verso questa direzione, aspetto curiosa il prossimo post sui concorsi Facebook ^ ^
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Grazie Rossana ^^
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